HOME / Sez. Centa S.Nicolò / La storia della scuola diventa museo di Lorenzo Bortolini



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Museo della scuola di Centa San Nicolò

Articolo de IL TRENTINO 27 Settembre 2006, 45 Provincia

CENTA S. NICOLO’. Sono trascorsi alcuni anni, da quando nella quinta elementare di Centa San Nicolò, gli alunni, guidati dai loro insegnanti, hanno avuto la possibilità di percorrere idealmente la storia dell’istruzione elementare del Trentino e del proprio paese dalle origini ad oggi. È stata un’ occasione per ripensare e fissare su cartelloni i primi passi dell’istruzione. Hanno iniziato dall’epoca quando erano i sacerdoti che aiutavano i ragazzi dopo le funzioni religiose nei primi passi verso il leggere, lo scrivere ed il far di conto. In seguito nasceva la scuola con un unico maestro che accoglieva fino ad un’ottantina di alunni in un unico stanzone disadorno e, riscaldato d’inverno, solo con la legna portata da casa. Per l’insegnante pochi sussidi didattici, una lavagna e dei gessetti, e, per gli alunni un unico libro privo di illustrazioni, un solo quaderno con le pagine contate ed un’asticciola con pennino che era un’arte far scorrere sul foglio senza lasciare macchie. Ora quella documentazione, sostenuta da date, metodi d’insegnamento, nomi di maestri, situazioni particolari, fotografie ed altro è esposta su tre pareti in un piccolo locale situato nell’ex “caseificio” in piazza Enrico Weiss. Completa il tutto, una serie di banchi in legno, anni ’30, recuperati nella scuola elementare di Caldonazzo. Un banco con sedili ribaltabili, recuperato presso l’istituto comprensivo di Levico Centro, anno 1910. E ancora una lavagna del tempo, dei sussidi didattici per l’insegnamento della matematica, un tavolino, dei duplicatori ad alcool, vecchie carte geografiche, quaderni, libri e piccoli oggetti. E il materiale esposto è solo una piccola parte di quanto è stipato nel sottotetto dell’“ex caseificio” di Centa e che sarebbe auspicabile trovare un locale adeguato per la sua collocazione. È un sicuro riferimento storico che altrimenti andrà perduto e con esso parte di quella Centa che è patrimonio più dei bisnonni che degli attuali nonni. C’è quindi da sperare che l’amministrazione comunale trovi la possibilità di venire incontro, come si conviene, ad una proposta culturale di così considerevole spessore, che sicuramente sarebbe una “ricchezza” per l’intera comunità. (l.b.)