Tradizione Pasquale

LA PASQUA DE ‘NA VOLTA
Ci affacciamo ad una pagina di storia locale… c’erano alcuni anni fa le fontane, nelle piazze, lungo le strade, dentro i porteghi: erano punti d’incontro molto frequentati per l’uso di quell’acqua che lì sgorgava in tutte le stagioni e che ancora non era arrivata nelle case. Sul lavatoio della fontana donne, ragazze ed anche bambine risciacquavano tutto ciò che era lavabile; e nei soleggiati pomeriggi delle vigilie vi sostavano per un’accurata lucidatura di intere batterie da cucina in rame: erano pentole, tegami, tortiere, coperchi, mestoli e tipici contenitori per l’acqua, i “ crazidei”. Con quanta cura le donne passavano e ripassavano su ogni oggetto con una miscela fatta di farina gialla, aceto e cenere chiamata “ beleto”, un nome che diceva tutto. Un accurato risciacquo nell’acqua della fontana e come tocco finale l’esposizione ai raggi solari per l’asciugatura. E non mancavano da parte dei presenti osservazioni e commenti sulla lucentezza dei vari pezzi di quel patrimonio famigliare esposto poi sulle pareti della cucina a guisa di quadri d’autore. E ad intervalli di tempo più o meno lunghi l’allegro affaccendarsi attorno alla fontana era interrotto dall’arrivo di “crazedei” e contenitori vari per l’approvvigionamento dell’acqua usata in casa.
La “Pasqua de ‘na volta” fa vedere proprio donne intente a “ lustrare rami col beleto” e sbattere allegramente biancheria sui lavatoi della fontana in Piazza Vecchia.
E il “ GIROTONDO DELE ZIGOSTE” ( proposto sempre nel’occasione ) apre un’altra pagina di storia locale, quando loro, le zigoste ( lunghe catene appese alla cappa del camino), a primavera, si trovavano nere de “caruzen” per quella lunga esposizione al fuoco invernale e i ragazzi le “ lustravano “ trascinandole, prima, sul “ salesà”,lungo levie del paese e poi, fra i ciotoli e la sabbia del greto del torrente Centa.